Ad Avio la FAI Marathon
Una giornata FAI d’autunno alla scoperta di un’Italia diversa: 600 luoghi artistici e paesaggistici aperti in 150 città, 3500 volontari FAI mobilitati
Una passeggiata adatta a persone di tutte le età attraverso l’Italia più bella, emozionante, imprevedibile. L’iniziativa è nata per far scoprire (o riscoprire) agli Italiani gli innumerevoli luoghi di interesse artistico, paesaggistico e sociale che rappresentano l’identità, la storia e le tradizioni del nostro territorio. Una giornata in cui faremo i “turisti a casa nostra”.
E' questa l'essenza di FAI Marathon, l'iniziativa giunta alla V edizione che si svolgerà domenica 16 ottobre 2016 in contemporanea in oltre 150 città d'Italia. L'evento nazionale del FAI, Fondo Ambiente Italiano, è a cura dei Gruppi giovani che ne sono organizzatori e protagonisti, ideato e realizzato in partnership con Il Gioco del Lotto per sensibilizzare la collettività al valore del proprio patrimonio di arte e di cultura e per sostenere il FAI che se ne prende cura tramite la campagna di raccolta fondi e di iscrizioni “Ricordiamoci di salvare l’Italia”, attiva per tutto il mese di ottobre.
In Trentino la FAI Marathon avrà luogo ad Avio, con partenza dei gruppi per le visite guidate alle 14 dal gazebo in Piazza Vittorio Emanuele III.
Sono tre i luoghi storico-artistici che il pubblico potrà visitare lungo il percorso: la Chiesa parrocchiale dell’Assunta, la Casa del Vicario e l’Antica Pieve cimiteriale.
Ve ne proponiamo una scheda di approfondimento:
La Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta
La Chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta è uno dei monumenti più significativi del patrimonio artistico trentino. Essa sorge al centro del paese di Avio sul luogo che ospitava fino alla metà del Seicento una piccola cappella dedicata ai santi Rocco e Sebastiano, giudicata all’epoca insufficiente rispetto alle esigenze di culto della popolosa borgata.
L’architetto Gian Domenico Visetti, responsabile della “fabrica” della nuova chiesa, portò a termine i lavori in pochi anni dal 1651 al 1665 progettando e realizzando un edificio a navata unica allungata, fiancheggiata da sei cappelle entro arcate e conclusa da un ampio presbiterio sopraelevato su alcuni gradini dotato di abside. La facciata è di tipo “a tempio classico” a quattro colonne che reggono un frontone triangolare dentellato, con un elegante portale architravato ornato di nicchia a tutto sesto e di un gruppo di sculture (Beata Vergine Assunta e Santi Rocco e Sebastiano) opera del vicentino Giovanni Calvi collaboratore di Orazio Marinali.
Il campanile poggia su zoccolo quadrangolare e termina con cella campanaria in pietra a vista, aperta da quattro bifore con balaustra e sormontata da tamburo ottagonale con lanterna.
Le pareti della navata e le volte presentano una complessa decorazione seicentesca ad affresco e stucco che comprende motivi figurati e motivi geometrici. Gli artefici dei sette altari interni, riconducibili all’opera delle Confraternite locali, furono i Maestri lapicidi di Castione (presso Brentonico) guidati da uno dei massimi esponenti di questa scuola, Cristoforo Benedetti, famoso per il gusto scenografico barocco esaltato dalla policromia dei marmi estratti nelle cave del Baldo. Notevoli anche le pale degli altari: Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, in particolare, realizzò la tela di Sant’Antonio da Padova mentre a Stefano Catani detto “il pittor romano” si deve la pala dell’Assunta dell’altar maggiore.
La Casa del Vicario
Abolito nel 1807 quando fu incorporato alla Giudicatura di Ala, l’Ufficio vicariale di Avio è un istituto di antica origine. In generale, verso la fine del XIII secolo nel Principato Vescovile di Trento ai gastaldi, cioè i funzionari della corte regia di tradizione longobarda che erano delegati al controllo del territorio, subentrarono i Capitani e i Vicari: i primi con competenza in materia penale, i secondi in materia civile. Il territorio di Avio, inizialmente concesso in feudo dal Principe Vescovo alla famiglia Castelbarco, passò poi per testamento di Azzone Francesco di Castelbarco nel 1411 alla Repubblica di Venezia. I Veneziani istituirono loro vicari oltre che ad Avio anche ad Ala, Brentonico e Mori avviando così l’esperienza dei “Quattro Vicariati” che ebbe grande importanza nella storia giurisdizionale e amministrativa della Vallagarina.
In quest’epoca il Vicario di Avio aveva ruolo di giudice civile, era eletto annualmente e presiedeva il consiglio comunale con diritto di voto e di delibera.
L’Ufficio vicariale aveva la sua sede in Avio presso la cosiddetta “Casa del Vicario” in un palazzo della Contrada di Vigo affacciato sull’antico tracciato che collega il Castello di Sabbionara alla Pieve.
La Casa del Vicario – che si compone di due parti distinte: la Casa delle decime e la Sede vicariale – fu edificata a partire dal Duecento e più volte ampliata (con l’apertura di una “loggia di giustizia” come a Trento, Rovereto e Riva) e modificata fino al restauro recente che ne ha consentito nuovamente un utilizzo pubblico. Oggi infatti l’antico edificio che fu la “casa communis” di Avio, sede delle assemblee della comunità costituita dai capifamiglia (i “fuochi”), ospita un piccolo ma prezioso museo di storia locale: l’Antiquarium aviense già allestito in Palazzo Bresavola, ricco di reperti storici rinvenuti sul territorio comunale e di sculture a carattere religioso.
La Casa del Vicario di Avio rappresenta dunque in Trentino un esempio veramente raro di Casa della Comunità ed è ancora più straordinaria per l’affresco interno con il Leone di San Marco che in Vallagarina è praticamente l'unico dipinto di questo genere effettivamente risalente all'epoca veneziana.
L’Antica Pieve
La Pieve cimiteriale di Avio, dedicata alla Vergine Immacolata e situata alle pendici del Monte Baldo all’imbocco della valle percorsa dal torrente Aviana, è senz’altro uno dei più antichi luoghi di culto della Vallagarina.
A partire da un nucleo edilizio originario pagano o paleocristiano, la chiesa si è sviluppata attraverso una complessa evoluzione architettonica con una radicale trasformazione avvenuta nel XV secolo che l’ha resa, come la vediamo oggi, a tre navate.
L’edificio ha uno spiccato carattere romanico con abside quadrangolare decorata sottogronda da archetti pensili incrociati e una facciata ornata di un piccolo protiro aggiunto nel Novecento.
Il campanile di pietra bianca a base quadrata, ricoperto da lastre di pietra a quattro falde, risale al VIII secolo e presenta due bifore ai lati est e sud, sorrette da colonne e da due antichi capitelli altomedievali.
Numerose e di grande interesse sono le testimonianze artistiche all’interno della pieve, in particolare gli affreschi della parete destra della navata centrale, di scuola veneta, che risalgono alla fine del XIII secolo e che rappresentano l’Entrata di Cristo in Gerusalemme e il Battesimo di Gesù. La volta affrescata dell’abside (cinque grandi medaglioni con Dio Padre attorniato da cherubini ed i Quattro Evangelisti) è invece attribuita a Gian Maria Falconetto attivo in Trentino nei primi anni del Cinquecento.
Suggestivo per la sua intensa carica espressionistica è il bassorilievo in pietra policromata che rappresenta una Imago Pietatis, realizzata nel 1502 dallo sculture di Avio Guglielmo Emanuelli per conto della Confraternita della Santa Pietà.
Nella Pieve si conserva infine una statua lignea della Madonna di epoca cinquecentesca che si può ricondurre alla coeva produzione di ambiente veronese, da sempre oggetto grande venerazione in quanto ritenuta miracolosa dai fedeli.
06/10/2016