Arte e scarpe a "Tacco quindici"

La scarpa nella storia, nel cinema, nella moda italiana, nello sport e nell’arte contemporanea: fino al 27 settembre a Cles, Palazzo assessorile.

[ Mostra Tacco 15 Palazzo assessorile]

"Quest’anno a Palazzo Assessorile opere d’arte contemporanea cammineranno accanto a numerose paia di scarpe per celebrare questo oggetto di uso comune, spesso di culto e talvolta visto solo nell’aspetto funzionale.

L’arte svela l’essenza degli oggetti, l’operato poetico dell’artista riesce a rendere evidente cosa l’oggetto sia in verità. È grazie all’intervento dell’artista che l’oggetto acquisisce voce e rivela la propria più profonda funzione, al di là della bellezza, come sostenne Martin Heidegger nel 1936 nell’apertura del saggio Lorigine dellopera darte. L’intervento dell’artista quindi è la chiave di volta, è grazie alla sua mano che gli oggetti esposti funzionano ed esprimono la loro verità.

Da importanti collezioni private provengono una serie di opere di grandi autori del Novecento che si sono confrontati con il tema della calzatura o che hanno in vario modo creato un legame con essa. Una tempera di Andy Warhol della metà degli anni Cinquanta, rappresentante una scarpa femminile ed una sgargiante calza decorata, ci ricorda che il grande artista americano esordì come stilista presso una fabbrica di calzature. Di Daniel Spoerri, poliedrico artista fondatore nel 1960 del Nouveau Réalisme e negli anni Settanta della Eat Art, è esposta una surreale scarpina in bronzo dipinto del 2007. Del 1963 è invece una tempera e china su carta di Renato Guttuso, intitolata Le relazioni umane, dove in maniera provocante ma al contempo drammatica è rappresentato un gruppo di prostitute seminude, dai corpi slanciati da scarpe con tacchi vertiginosi: calzature qui come feticci, come simboli di erotismo. Di due anni più tardi l’opera in mostra del francese Arman, amico di Spoerri e membro del gruppo del Nouveau Réalisme: la scarpa tagliata a metà fa parte della sua poetica del periodo, della critica al consumismo, descritta attraverso l’accumulo di oggetti di uso quotidiano e la loro distruzione.

Tre opere provenienti dalla collezione del compianto Oliviero Dusini, create utilizzando cuoio e scarti dei pellami provenienti dall’antica conceria attiva a Cles lungo tutto il XX secolo, che è stata fra le principali produttrici nazionali di cuoio per le suole delle calzature. Lo stesso Oliviero Dusini, non solo grande collezionista ma esso stesso artista tutto da indagare, dipinge in maniera sognante, a metà strada tra Klee e Licini, una pelle conciata in cui sottolinea i segni rimasti di tre tagli cesarei. Giò Pomodoro scegli una pelle conciata di scarto per un ready-made del 1971 dedicato a Cles.

Infine il grande Umberto Mastroianni esprime la sua caratteristica energia e l’amore per il dinamismo post futurista attraverso imprevedibili interventi pittorici su un elemento in cuoio piegato e inciso".

Con Nebl, gli altri curatori sono Pietro Weber e Ruggero Miti 

Marcello Nebl - curatore

13/07/2015