Carlo Rovelli e il suo ordine del tempo
Il tempo è molto complesso: per capire la complessità del suo fluire non basta la fisica
“Un libro sul tempo come lo vede un fisico da tutte le prospettive, sui problemi ancora aperti sul tempo, e su cosa ancora di esso non sappiamo”. Esordisce con queste precisazioni Carlo Rovelli, fisico teorico conosciuto per i suoi contributi alla gravità quantistica, professore ordinario di Fisica teorica all'Università di Marsiglia (Francia), presentando il suo L’ordine del tempo (Adelphi), il saggio più venduto in Italia nel 2017. Lo fa in un auditorium del dipartimento di lettere dell’Università di Trento gremito soprattutto di giovani, e sono diverse le persone costrette a rimanere fuori.
Scopriamo subito da Rovelli che dal '79 all’ '86 è stato studente di fisica presso l’Università di Trento e che, come tanti altri costretto a fare i conti con i pochi soldi disponibili, gli è capitato a volte di dormire in macchina al passo del Cimirlo. L'ordine del tempo, come poi spiegherà nell'intervento è fatto anche di questo, chiama in causa la memoria.
Con Rovelli intervengono il rettore Paolo Collini, Giorgio Vallortigara, professore ordinario di Neuroscienze presso il Centre for Mind-Brain Sciences (CIMeC) dell'Università di Trento, di cui è stato direttore dal 2012 al 2015. Modera Lorenzo Pavesi, Direttore del Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento.
“Tesi centrale è che il tempo non è una cosa semplice, è molto complesso, e per capire la complessità del suo fluire non basta la fisica, servono anche discipline diverse – prosegue -. Il tempo è qualcosa di stratificato e non funziona nella maniera in cui siamo abituati. Sulla Terra va più veloce in montagna e più lento in pianura, si tratta di differenze misurabili, che si collocano in grandezze di millisecondo prendendo in considerazione la durata media della vita umana. In fondo questo è il motivo per cui le cose cascano. Io posso ripensare alla gravità non come una forza che tira, ma come tempo che va a velocità diverse, e in questo senso la teoria della relatività generale di Einstein in questi cento anni non ha fatto che ricevere conferme sempre più importanti.
Sono tanti gli aspetti che rendono il tempo più complicato rispetto a quello degli orologi, non riguarda solo il suo andare a velocità diverse, ma anche il fatto che quando noi parliamo di presente parliamo di qualcosa di approssimativo, la nozione di presente ha senso qui ed ora, non rispetto all’universo.
La prima persona che si è chiesta che cos'è il tempo è Aristotele, che lo considera il modo di contare le cose che cambiano, mentre Newton introduce la nozione del tempo che passa comunque, un tempo universale, assoluto, che fluisce e passa anche quando non succede niente.
Il tempo è memoria del passato e anticipazione del futuro, e ci sono aspetti del tempo negli orologi che non capiamo. Da dove viene il fluire del tempo? Ci sono delle specificità del tempo che possiamo spiegarci solo studiando come funziona il nostro cervello, e io mi aspetto un chiarimento rispetto a questa cosa che è il fluire del tempo dalle neuroscienze più che dalla fisica.
C’è qualcosa di misterioso in tutto questo, ma anche che ci emoziona nel tempo, Reichenbach afferma che c’è qualcosa nelle nostre emozioni che è il tempo. Noi, potremmo dire, siamo innanzitutto la memoria di noi stessi”.
21/02/2018