Civiltà invisibili: un perfetto equilibrio
La materia di Antonello Serra si esprime con mano sensibile che attinge al passato più distante, più remoto, alla cultura umana della sua terra d’origine
È un respiro di aria intrisa di essenza maschile. Testosterone colorato di espressione creativa che palpita nell’aria attraverso i colori spessi, attraverso la materia grezza, attraverso quella manualità primitiva che incideva le pareti dei più lontani ripari umani per lasciare inconsapevolmente quella traccia che ancora al nostro tempo ci desta l’emozione più istintiva: la meraviglia.
È un tocco visivo reale, tridimensionale. Una percezione della materia venatoria legata al guerriero preistorico che cinge i sensi. Un insieme di elementi che danzano a ritmo tribale esternando le peculiarità terrene attraverso il rito della devozione all’ignoto come forza suprema.
E’ un passo tra passato e presente. Un rimbalzo tra ancestrale e moderno. Un momento di tempo in cui la consapevolezza si accende tra la simbologia primitiva e brucia nella decadenza attuale.
La materia di Antonello Serra si esprime con mano sensibile che attinge al passato più distante, più remoto, alla cultura umana della sua terra d’origine, ovvero la Sardegna. Il colore ha spessore materico, è generoso come la terra di un campo appena arato, sopra la tela di canapa grezza e sacco di juta. L’argilla prende forma, emerge. Il legno si mescola con la resina. E’ l’esternazione dell’elemento maschile guarnito di una sottile sensibilità al femminile. E’ la creatività manuale, corporale. È il passato.
Le immagini di Stefano Benedetti sono il progresso contemporaneo. Il presente. La raffinatezza della creatività attraverso il virtuale, attraverso l’uso delle materie neuronali artificiali. Le immagini del suo video sono l’animazione dell’arte di Antonello, le quali prendono vita ed interpretano l’essenza di vissuti lontani. Figure danzanti nella poesia dell’immaginazione che trasudano tutti gli elementi messi sulle tele e nelle sculture di Antonello: doppia espressione di testosterone.
E poi? Una donna. Una poetessa. Annachiara Marangoni. Una voce che diviene, attraverso le sue parole, quel passo tra passato e presente. Quell’elemento immancabile in un contesto di tanta bellezza maschile. Quell’essere assolutamente essenziale per la creatività e la fecondità. Un rimbalzo senza limite di tempo in cui il verbo si tinge di rosa con parole poetiche intime e raffinate.
E’ un perfetto equilibrio tra elementi che dalla notte dei tempi si bilanciano nello scambio continuo.
17/03/2016