Fra poco, tutto è finito
Il nuovo lavoro teatrale del Club Armonia: diversi gli appuntamenti in programma
Fra poco, tutto è finito - il nuovo allestimento teatrale del Club Armonia nel 70° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e dei Movimenti di resistenza europei - è stato presentato oggi (lunedì 23 novembre) presso la Sala medievale di Palazzo Festi, dall’on. Sandro Schmid, Presidente A.N.P.I. del Trentino e da Renzo Fracalossi, autore del testo e regista.
“Un’intesa che prosegue da cinque anni quella di Anpi con il Club Armonia – esordisce Schmid -. Anpi si pone quale custode attiva della memoria della resistenza e punto di incontro sul significato e sull’importanza di trasmettere la memoria. Fra poco, tutto è finito racconta di 'resistenze europee' perché, come noi vogliamo riaffermare, la memoria non va custodita in un cassetto o archivio, va fatta conoscere e i suoi insegnamenti e valori vanno soprattutto attualizzati, specie nei confronti delle nuove generazioni.
Cosa c’è di più attuale della situazione drammatica che stiamo vivendo ora per ora dove il peggiore dei fantismi si è messo a capo di una guerra molto anomala, diversa, che ha il suo epicentro nel conflitto religioso islamico? – si interroga Schmid – In maniera quasi inedita tutto ciò è stato trasformato in un’internazionale del terrorismo quasi a ricercare con minacce una vera e propria guerra di civiltà.
A ciò intendiamo contrapporre una grande battaglia culturale unita di tutti i paesi liberi e democratici, un fronte vincente dal punto di vista dei valori e delle conquiste principali della nostra civiltà. Abbiamo scelto questo lavoro proprio pensando in particolare alla crisi dell’Europa e alla generazione Erasmus su cui puntare le speranze per far uscire il vecchio continente dallo stallo – proponendo che i giovani siano i protagonisti di una battaglia culturale per costituire gli Stati uniti d’Europa.
La narrazione si snoda attraverso tutti i paesi europei in cui sono nati i movimenti di resistenza, seguendo il filo di alcuni episodi, anche secondari, di testimonianza. Ne nasce un mosaico di conoscenza e memoria da cui è scaturito il riscatto dal nazifascismo e al contempo l’Europa" - conclude Schmid.
Due le consapevolezze da cui nasce lo spettacolo – interviene Fracalossi -. La necessità di trasferire la conoscenza della storia in modo più divulgativo possibile, da un lato. Dall’altro la scelta compiuta ormai anni fa di orientare il filone narrativo attorno al valore e alla riscoperta della memoria per costruire il futuro e preservare il passato. Nel ‘29 il fascismo ha chiuso il Club Armonia e la Sosat ‘in quanto elementi estranei e nocivi al fascismo’ – aggiunge – su quest’onda proseguiamo il nostro impegno morale e intellettuale.
Nello spettacolo non faccio parlare attori ma storie incarnate dalle nazioni, storie il più possibile sconosciute della resistenza che riguardano i diversi paesi europei, dalla Norvegia alla Grecia alla Francia alla Polonia - specifica -. Ogni racconto si chiude con una lettera di un condannato a morte, e sono cittadini di ogni estrazione sociale ed economica.
Il titolo, Fra poco, tutto è finito, viene proprio da una di queste lettere. L’abbiamo scelto perché da un lato indica la finitezza della storia, dall’altro la speranza che dietro la fine ci sia un inizio"- conclude, e lo fa citando “Lettere di condannati della Resistenza europea” dalla prefazione di Thomas Mann:
“Viviamo in un modo di perfida regressione, in cui un odio superstizioso e avido di persecuzione si accoppia al terror panico. In un mondo alla cui insufficienza intellettuale e morale il destino ha affidato armi distruttive di raccapricciante violenza, accumulate con la folle minaccia di trasformare la terra in un deserto avvolto da nebbie venefiche. L’abbassamento del livello intellettuale, la paralisi della cultura, il gerarchismo, la cieca avidità di guadagno, la decadenza della lealtà e della fede, prodotti, o in ogni caso promossi da due guerre mondiali, sono una cattiva garanzia contro lo scoppio di una terza, probabilmente fatale. Sarebbe vana, superata e respinta dalla vita, la fede, la speranza, la volontà di sacrificio di una gioventù europea, che, se ha assunto il bel nome di Résistance, della resistenza internazionale e concorde contro lo scempio dei propri paesi, contro l’onta di un’Europa hitleriana e l’orrore di un mondo hitleriano, non voleva semplicemente “resistere”, ma sentiva di essere l’avanguardia di una migliore società umana? Tutto ciò sarebbe stato invano? Inutile, sciupato il loro sogno e la loro morte? No, non può essere. Non c’è stata idea per cui gli uomini abbiano combattuto e sofferto con cuore puro, e abbiano dato la vita, che sia andata distrutta. In queste lettere d’addio cristiani e atei si ritrovano nella fede della sopravvivenza, che rende tranquilla la loro anima. L’avvenire accoglierà e continuerà queste vite sacrificate, nell’avvenire cresceranno e matureranno.” Ieri, oggi e per sempre.
23/11/2015