Grazia Toderi e Orhan Pamuk "Words and Stars"
"Nell’esposizione di Mattiacci i visitatori hanno osservato il cielo, con Grazia Toderi e Orhan Pamuk vi entrano"
"Si tratta di una collaborazione tra uno scrittore e un'artista visiva, che hanno lavorato insieme a immaginare questa possibile opera da quattro anni. Attraverso questo percorso siamo arrivati a elaborare delle proiezioni video che sono un monologo, un dialogo e una conversazione.
Il monologo è una proiezione unica nelle tonalità del bianco e nero; il dialogo una doppia proiezione nelle tonalità blu e turchese; la conversazione sono cinque proiezioni video messe a pentagono con la dominante del rosso.
Il bianco e nero sottende l'idea della purezza della luce, il rosso l'allontanamento delle stelle da noi, il blu il loro avvicinamento".
Attraverso la descrizione di Grazia Toderi, avvertiamo il fascino arcano che si sprigiona al Mart visitando Grazia Toderi e Orhan Pamuk "Words and Stars", la mostra da poco inaugurata che rimarrà aperta fino al 2 luglio. Curata dal direttore del Mart Gianfranco Maraniello, l'esposizione propone una commistione tra arte e letteratura, tra visivo e narrativo, attingendo a una fonte prestigiosa: il Nobel per la letteratura 2006 Orhan Pamuk.
Words and Stars nasce nel 2013, quando lo scrittore turco decide di invitare l’artista italiana a ideare insieme un’opera d’arte per il Museo dell’innocenza, da lui creato ad Istanbul. Da ciò scaturisce la trilogia espressiva sopra spiegata da Toderi che intrecciando parole e immagini ha aperto i luoghi dell'immaginazione a cosmogonie e mappe sullo sfondo di galassie luminose e delle luci di Istanbul.
Cominciano con questa frase gli appunti di Grazia Toderi contenuti nel catalogo della mostra: “Ho scelto di proiettare video perché la loro materia è luce che viaggia e che appare quando le faccio incontrare una superficie, e anche perché possono essere trasmessi contemporaneamente in tutto il mondo”.
Sembra farle eco nel suo testo in catalogo Orhan Pamuk: “Mi considero un romanziere visivo […] Scriviamo romanzi per comunicare al lettore le immagini che ci ossessionano”.
Un incontro tra la parola e la sua astrazione, una relazione che esorbita quella tra significante e significato, dilatando quest'ultimo oltre la porta "delle stelle". La penombra della mostra diventa luogo incantato che sospende il tempo reale, avvicinando a concetti come quello dell'eterno ritorno, della ciclicità, dell'infinita spirale. Non si può descrivere, è necessario esserci, fare esperienza di questo mistero.
In Words and Stars le parole di Orhan Pamuk riprendono e sviluppano la trama de Il Museo dell’innocenza, romanzo pubblicato dallo scrittore turco nel 2008, a cui è seguita la creazione del museo vero e proprio a Istanbul nel 2012. I due protagonisti, che vivono un amore contrastato, tornano bambini ponendosi domande esistenziali: possono i nostri pensieri essere confrontati a lontane stelle in movimento? Esiste un collegamento visivo tra i paesaggi della nostra mente e il cielo sopra alle città?
Dalla scrittura, definita da Toderi “involontario ritratto segreto”, si passa alla “grafia della terra” segnata da fiumi, mari, acqua, terra, luci e scie luminose, che nell’opera di trasformano in costellazioni senza confini.
Senza uno sviluppo narrativo, in un anello temporale che è un ciclo infinito e continuo, le parole di Orhan Pamuk, scritte da grafie sconosciute, dialogano con le immagini di Grazia Toderi. Una Istanbul che può apparire o svanire nell’atmosfera. Città, oggi più che mai simbolo di costanti contraddizioni e scissioni, ma anche luogo brulicante e vitale di incontri e intrecci tra mondi, tempi e culture talvolta distanti, talvolta coincidenti.
Attraverso le grandi antologiche di tre star dell’arte internazionale, Giuseppe Penone, Robert Morris e Eliseo Mattiacci, il 2016 del Mart ha disegnato una prima traiettoria contemporanea dedicata all’esplorazione dei concetti di spazio e di tempo.
Dagli archetipi dell’arte e dalla definizione stessa del gesto scultoreo di Penone, fino alle galassie di Mattiacci, lo sguardo del Museo si è spostato nella ricerca di un’arte che continuamente segna i propri territori di pertinenza, per poi immediatamente eccederli.
La mostra Words and Stars si inserisce perfettamente in questa parabola concettuale: "nell’esposizione di Mattiacci i visitatori hanno osservato il cielo, con Grazia Toderi e Orhan Pamuk vi entrano -spiega Maraniello".
04/04/2017