Il Maestro e Margherita
A Casa d'arte futurista Depero una mostra sul rapporto tra Margherita Sarfatti e Filippo Tommaso Marinetti
"Margherita Grassini Sarfatti, il cui prestigio e influenza si diffondono negli anni Venti del secolo scorso, condivide con Filippo Tommaso Marinetti, leader del movimento futurista, la ribalta culturale durante gli anni del regime fascista. Sarfatti, di formazione socialista e femminista, e Marinetti, propugnatore del Futurismo, ognuno per il proprio verso, rivoluzionano il registro comunicativo della promozione delle arti.
Coabitano in Sarfatti sia una vivacità intellettuale di donna emancipata sia una propensione a vestire gli abiti della donna-madre patriottica, attitudini queste che le permettono di superare brillantemente gli intralci della metamorfosi e del cambiamento. Aiutata dal sostegno e dall’autorità di Benito Mussolini diventa la principale referente in materia d’arte in Italia: attivissima organizzatrice di mostre, alacre scrittrice e giornalista. La sua stagione è tuttavia breve e si esaurisce ufficialmente già nel 1934.
Il ruolo di Marinetti è invece più duraturo, sebbene il periodo più luminoso del movimento, inaugurato nel febbraio del 1909, declini già nel primissimo dopoguerra. Se distruggere le fondamenta della società borghese a cavallo tra i due secoli era stato l’obiettivo futurista secondo una concezione rivoluzionaria, nel corso del tempo si assiste ad un adeguamento nei confronti dei dettami del regime. Marinetti, d’altronde, come scrive Claudia Salaris: “lungi dall’essere un ‘disorganizzatore’ è piuttosto un organizzatore di tipo nuovo, l’inventore dell’idea stessa di avanguardia artistica, la cui esistenza si alimenta della dialettica di due elementi opposti: distruzione e organizzazione. Nella prassi e nella teoria futuriste gli aspetti nichilistici si uniscono appunto a quelli costruttivi, in una progettualità globale e caratterizzante”.
Con questo incipit, la curatrice Nicoletta Boschiero apre il catalogo dedicato a Il Maestro e Margherita. Marinetti, Sarfatti e il Futurismo negli anni di regime, la mostra fino al 24 febbraio visitabile presso Casa d'Arte Futurista Depero, un progetto di ricerca che fa luce sulla relazione tra Futurismo e Novecento e tra due instancabili promotori dell’arte italiana.
L'esposizione approfondisce un tema specifico legato all’attività della nota critica d’arte: il suo rapporto con Filippo Tommaso Marinetti.
Il confronto è tra due figure di spicco nel panorama del primo Novecento che hanno fortemente associato il proprio nome e il proprio volto a due principali movimenti dell’arte italiana: il Futurismo, di cui Marinetti fu mentore, e Novecento, concepito da Sarfatti sull’idea di moderna classicità.
"Figli della medesima generazione, colti e cresciuti in famiglie agiate, Marinetti e Sarfatti solcano la scena artistica internazionale accomunati da una forte attitudine alla comunicazione: entrambi sono consapevoli dell’impatto di giornali, fotografie, carta stampata e non esitano a promuovere in prima persona le proprie iniziative -approfondisce Boschiero -.
Di segno opposto, gli artisti da loro sostenuti si contendono la presenza in alcune tra le principali manifestazioni, come la Biennale di Venezia: se Sarfatti cura la mostra di Novecento nel 1924, è Marinetti ad organizzare l’esposizione futurista del 1926 che vede protagonisti Fortunato Depero, Giacomo Balla, Luigi Russolo, Gerardo Dottori, Enrico Prampolini, Pippo Rizzo e Benedetta Cappa", conclude la curatrice.
La mostra ripercorre i principali momenti di questo confronto, avvalendosi di un nucleo di opere delle Collezioni museali, di alcuni prestiti provenienti da musei nazionali e della documentazione presente nell’Archivio del ’900.
29/10/2018