L'Utopia di Thomas More cinquecento anni dopo
Giovedì 10 (dalle 9) e venerdì 11 novembre un convegno internazionale al Dipartimento di Lettere e Filosofia
Il filosofo e viaggiatore si chiama Itlodeo, colui che racconta menzogne… L’isola esplorata Utopia, che può significare sia la contrazione di “Eutopia”, luogo felice e ottimo, sia la storpiatura di “Outopia”, luogo che non c’è… Il governatore dell’isola è Ademo, il senza popolo. La capitale Amauroto, la città invisibile. Il fiume che la percorre è l’Anidro, il privo d’acqua…
È Utopia di Tommaso Moro, un «libello invero aureo, e non meno utile che dilettevole», come afferma l’autore stesso, pubblicato in prima edizione nel 1516.Per celebrare il cinquecentenario, il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento organizza per giovedì e venerdì prossimo, un convegno internazionale su “Thomas More e la sua Utopia. Cinquecento anni dopo”.Il convegno si colloca nell'ambito del programma "UTOPIA500 - Cercando una società più giusta" con cui la casa editrice Il Margine (che, unica in Italia, ha ripubblicato "Utopia" in nuova edizione a cura di Francesco Ghia e con la nuova traduzione di Lia Guardini) sostenuta dal Servizio attività culturali della Provincia autonoma di Trento ha inteso riproporre nel 2016 le provocazioni di un manifesto politico e di un capolavoro letterario che non invecchia, anche a mezzo millennio di distanza.
Il convegno è strutturato in quattro sessioni. Nella prima, presieduta da Marco Moschini, si analizzeranno la storia e le possibili fonti di Utopia, mettendolo a confronto con Platone (Fulvia De Luise) e con Agostino (Boris Gunjevic).Nella seconda sessione, presieduta da Andrea Aguti, si studierà il contesto e la fortuna di Utopia, cercando di enucleare la genesi dell’opera (Gregorio Piaia), il rapporto con la Riforma luterana (Enzo Baldini) e il confronto con Campanella e Bruno (Maurizio Cambi e Fabrizio Meroi). Concluderà la sessione una rilettura di Utopia nel quadro della tradizione dei dialoghi interreligiosi.Nella terza sessione, si analizzeranno alcune riprese novecentesche, trattando in particolare le riletture filosofico-politiche dell’opera (Michele Nicoletti) ed evidenziando la fecondità di alcune reinterpretazione come quella di Hermann Oncken e Ernst Cassirer (Gangolf Hübinger e Francesco Ghia). Nella quarta e conclusiva sessione si affronterà la fortuna di More nella filosofia (Carlo Altini). Concluderà il convegno un interessante raffronto tra More e Rabelais (Bruno Pinchard) (Ufficio stampa Unitn)
09/11/2016