La nuova via della seta
Oriente Occidente: dal 31 agosto all'8 settembre sempre più un ponte tra le culture
Ci sono manifestazioni che sorprendono per la lungimiranza di chi le ha pensate perché oggi, ancor più di allora, trasmettono un messaggio di forte attualità. Il Festival Oriente Occidente è senza dubbio una di queste. Nato nel 1981, si affacciava su un mondo profondamente diverso da quello di oggi, quando esistevano ancora il Muro di Berlino e l’Unione Sovietica, quando internet ma soprattutto smartphone e social erano ancora in là a venire. Eppure nel suo titolo Oriente Occidente racchiudeva già una visione, poneva una rotta che nel contemporaneo è diventata cruciale.
Per il 2018 – tra il 31 agosto e l’8 settembre, e fino al 2020, il festival esplorerà “La nuova via della seta” o come è stata chiamata dagli inglesi, One Belt, One Road (OBOR). Si tratta di un’iniziativa strategica avviata nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, che se seguirà le premesse porterà Europa, Africa e Asia a incrementare i loro legami commerciali, favorendo al contempo le contaminazioni culturali e un più ampio accostamento tra civiltà.
Da questo nuovo scenario geopolitico in trasformazione muove il cartellone del 38° Festival Oriente Occidente con l’Italia strategicamente posta al centro delle riflessioni artistiche.
A raccontare le opportunità delle vie della seta il 7 settembre alle 17.30 presso la sala conferenze del Mart ci sarà Lucio Caracciolo, che dirige la rivista italiana di geopolitica Limes ed è presidente e responsabile dell’analisi geopolitica di Macroge. L’incontro è interamente dedicato all’analisi del progetto cinese “One Belt, One Road” (“Una cintura, una strada”). L’obiettivo di Pechino è di ricostituire una Nuova Via della Seta, un’articolata rete di infrastrutture, ferrovie, strade e linee marittime che collegherebbe l’Asia Centrale con Medio Oriente, Africa ed Europa in un network commerciale di dimensioni mai viste prima. Secondo la società internazionale di consulenza strategica McKinsey, sarebbero coinvolte da “One Belt, One Road” fino a 65 nazioni, più della metà della popolazione mondiale, tre quarti delle riserve energetiche e un terzo del prodotto interno lordo globale. Una strategia non priva di ambiguità e rischi. Eppure una carta da giocare per il nostro paese, se non vuole perdere ulteriormente di rilevanza nel mondo.
Il festival entrerà nel vivo venerdì 31 agosto alle 18 in piazza Malfatti a Rovereto con la compagnia di circo contemporaneo franco-catalana Agnès Fustagueras I Puig David Soubies mentre il primo spettacolo di danza, linguaggio in cui da tradizione si esprime Oriente Occidente, è in programma lo stesso giorno alle 22.30 presso il teatro alla Cartiera con Davide Valrosso che con il Balletto di Roma presenterà Sogno, una notte di mezza estate.
Nel denso cartellone spiccano la prima assoluta di Siren venerdì 31 agosto al Teatro Zandonai alle 20.30 con PONTUS LIDBERG PONTUS LIDBERG DANCE - STATI UNITI; DANISH DANCE THEATRE - DANIMARCA e le due prime nazionali, rispettivamente quella di lunedì 3 settembre alle 20.30 all'Auditorium Melotti con Hiroaki Umeda S20 che presenterà Intensional Particle con lo spettacolo associato Hatched di Johanna Nuutinen.
Nella pagina, in alto a destra, è possibile consultare l'intero programma nel dettaglio.
09/08/2018