Nutrire la montagna, nutrire la sua gente.
Anche la "Canta dei Mesi" di Cembra al Festival dell’etnografia del Trentino che si svolgerà sabato 18 e domenica 19 aprile al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele
Presso Palazzo Festi, a Trento, è stato presentato il programma della terza edizione del Festival dell’etnografia del Trentino, promosso dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. Per lo stesso Museo erano presenti la presidente Paola Matonti, il direttore Giovanni Kezich, la responsabile dell'organizzazione Antonella Mott.
La presidente Matonti ha richiamato il tema di Expo 2015, "centrale per il nostro territorio e il Museo, approfondito e didatticamente presentato da sempre in quanto usi, costumi, gestione del territorio, vivere della gente sono aspetti fondamentali, che rispecchiano gli intenti dei padri fondatori del Museo. Nutrire secondo la natura e lavorare nella natura, coltivando la sostenibilità e la sobrietà, rendendo al contempo attrattivo il territorio: ecco le chiavi di volta che provengono dalla storia e vanno tenute presenti per il futuro - ha affermato".
Kezich ha invece esordito ricordando che il festival nasce "sull'onda di un' iniziativa di primavera che da anni il Museo promuove dopo Pasqua. Da tre anni lo abbiamo chiamato "Festival dell'etnografia - ha continuato - in sintonia con i diversi festival italiani quali quello della letteratura, della scienza, della matematica e così via. 'Etnografia' è un termine un po' criptico, la Treccani la definisce quale 'descrizione analitica degli usi e costumi', concetto che con una parola esprime nella maniera più sintetica sia l'ambito del nostro settore sia la branca di attività che sul territorio agli usi e costumi si richiama. Riteniamo sia una proposta valida, da offrire anche sul piano nazionale, in quanto non esistono manifestazioni di questo tipo, che si ispirano all'etnografia. In sintonia voluta con il tema di Expo, l'intento è di offrire il senso di un mondo basato per secoli su un'autosufficienza alimentare delle valli, partendo da capisaldi quali agricoltura e allevamento, utilizzando appieno le risorse in maniera intelligente Un approccio che è andato sfumando con la modernità, ma l'onda lunga di questi saperi è rimasta sul territorio, e l'intento è di chiamare a raccolta quanto è sopravvissuto, custodirlo e valorizzarlo. Come immagine del Festival abbiamo scelto una cartolina bellissima: siamo in val di Fassa ai piedi delle Dolomiti, e il paesaggio potrebbe essere quello dell'Italia di Carlo Levi. Un mondo totalmente cerealitico, con la mietitura come occasione di festa popolare. Un cartolina che sintetizza lo spirito di una festa che ha anche una componente ludica, con balli, musica, e che ospiterà la 'Canta dei Mesi' di Cembra, una delle perle della tradizione trentina, tenuta viva da un testo ottocentesco. Non viene eseguita con cadenza regolare, ed è la prima volta che viene recitata al Museo: una vera e propria summa di una filosofia contadina basata sui cicli del calendario - ha concluso".
Antonella Mott ha quindi presentato il programma, sottolineando che "la qualità degli appuntamenti e la riuscita del Festival dipendono dalla passione e dall'interesse delle tante associazioni che vi collaborano, dalla voglia di mettere insieme competenze, conoscenze, momento di formazione, d'informazione e di festa".
Alla conferenza sono intervenuti anche alcuni ricercatori della Fondazione Mach e Lara Casagrande in rappresentanza della rete degli ecomusei del Trentino
15/04/2015