Storie che migrano e si contaminano. Suoni e racconti da “Le mille e una notte”
Un itinerario artistico intorno al sentimento della meraviglia e a quanto unisce le culture araba e occidentale
Attraverso il dialogo tra letture di brani da “Le mille e una notte” e pezzi di musica classica occidentale si rifletterà sulla ricerca di libertà, il desiderio di ribellione e la lotta per la sopravvivenza e sul ruolo delle arti come contrasto al terrore e alla violenza. L'appuntamento è per lunedì 7 marzo alle 17 presso il Laboratorio di filologia musicale (aula 130) del Dipartimento di Lettere e Filosofia (Trento - Via Tomaso Gar, 14). Relatrici: Lisa Marchi (Università di Trento) e Stefania Neonato (Musikhochschule, Stuttgart) al pianoforte.
Secondo appuntamento del ciclo “Letteratura generi affetti: per una cittadinanza condivisa” (responsabile Giovanna Covi). Incontro aperto al pubblico.
“Le mille e una notte” – spiega Lisa Marchi – è un libro che si sta ancora scrivendo, racchiude storie patrimonio dell’umanità, è privo di autori, non possiede un indice fisso, né una sola lingua e origine. Le sue storie continuano a viaggiare da un continente all’altro, da una sponda all’altra del Mediterraneo e degli Oceani, assumendo sempre nuove facce e arricchendosi di dettagli. Al suo interno materiali eterogenei che precedono l’Islam; risonanze di miti antichi, echi della Bibbia e del Corano, tracce del folclore arabo. India, Persia, Siria, Egitto hanno tutti contribuito alla nascita de “Le mille e una notte”. È’ un libro viaggiante, che approda in Europa ufficialmente nel 1704, quando l’orientalista francese Antoine Galland inizia a lavorare su un manoscritto arabo del XIV secolo. A tenere insieme il filo rosso della narrazione, Sheherazade, donna tenace e intelligente che racconta storie per rimanere in vita, per riportare chiarezza nella mente del sovrano, accecato dalla gelosia e dalla sete di vendetta, giustizia e pace nel suo regno.
Nell’incontro Stefania Neonato eseguirà “Sheherazade” Opus 68 di Robert Schumann (1810-1856) per mostrare come venne percepita dal mondo del Romanticismo tedesco. A Schumann Neonato accosterà “Desdémona” dal ciclo “Donne leggendarie” della compositrice Mel Bonis (1858-1937), un brano che approfondisce una figura femminile che, al contrario di Sheherazade, non riesce a cambiare le sorti del proprio destino e soccombe alla violenza del mondo maschile. Le armonie sorprendenti e le seducenti sonorità del preludio “I suoni e i profumi volteggiano nell’aria della sera” parlano di mondi lontani: un’efficace espressione dell’“orientalismo” di Claude Debussy, ispirato nel titolo e nella concezione dalla poesia Harmonie du soir tratta da “I fiori del male” di Charles Baudelaire. “Ciò che ha visto il vento dell’ovest” ancora di Debussy (1862-1918) mette in scena la personificazione dell’incontrollabile forza della natura, a gettare il ponte con le storie di creature soprannaturali e oggetti magici de “Le Mille e una notte”. Infine, la trascrizione per pianoforte del canto “Sayyid Chant and Dance” nata dalla collaborazione tra Georges I. Gurdjeff (1872-1949) e Thomas A. De Hartmann (1885-1956) riporta al folklore e alla forte spinta spirituale del mondo dell’Asia Minore.
Lisa Marchi, studiosa di letteratura araba della diaspora e docente a contratto all’Università di Trento, conduce da anni le sue ricerche nel campo dell’intercultura, della diaspora araba, degli studi di genere e degli affetti. Ha trascorso periodi di studio e di ricerca all’estero, tra gli altri all’Istituto Islamico dell’Università McGill di Montreal (Canada) e al Dipartimento di Letterature comparate e del Vicino Oriente della UCLA (USA).
Stefania Neonato, musicista trentina, si forma nella sua città, dapprima con il diploma in pianoforte al Conservatorio, in seguito alla Facoltà di Lettere con una laurea in Lingue e Letterature straniere. Dopo la vittoria al concorso di Fortepiano di Bruges nel 2007 e il lancio sulla scena internazionale, completa un dottorato in “Piano Historical Performance” alla Cornell University di New York. Dal 2013 affianca l’attività didattica ai concerti e alla ricerca con una nuova cattedra di pianoforte storico alla Musikhochschule di Stoccarda.
Il ciclo Gli incontri “Letteratura generi affetti: per una cittadinanza condivisa” sono promossi dal Centro Studi Interdisciplinari di Genere e dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e sono organizzati in collaborazione con il gruppo di Trento della Società Italiana delle Letterate. L’iniziativa afferisce al percorso formativo del Piano strategico di Ateneo.Scopo degli incontri che si svolgono fino a maggio è la ricerca di strumenti culturali per una sempre maggiore condivisione politica della cittadinanza e una più consapevole espressione estetica dei diritti umani, focalizzando l’attenzione sulla letteratura quale espressione di differenze fra cui quella di genere è trasversale ed espressione di affetti senza i quali le questioni umane e sociale vengono a volte violentemente appiattite e semplificate. L’attenzione si posa sulla tragedia del Mediterraneo di oggi, nello sforzo di mettere in luce ciò che unisce anziché quanto divide e sulla comparazione con l’Atlantico di ieri, nella speranza di poter adattare al nuovo contesto gli strumenti critici elaborati in decenni di studi sulla storia della schiavitù coloniale.
07/03/2016