Le visioni di Breccia e Fida
La "pittura ermeneutica" di Pier Augusto Breccia (Trento, 1943) e l'"astrattismo magico" di Adriano Fida (Reggio Calabria, 1978) sono i due protagonisti giustapposti della mostra d'arte a palazzo Trentini voluta dalla Presidenza del Consiglio provinciale di Trento.
L'esposizione, che resta aperta e visitabile per l'intero mese, è l'occasione per apprezzare, negli spazi dedicati di via Manci 27, il percorso creativo sicuramente originale e le opere di grande formato e di particolare impatto scenico di due artisti già ampiamente noti. Personalitàdiverse per origine, biografia e formazione, entrambi residenti a Roma e fortemente legati al Trentino.
Parlando di Breccia nel suo discorso all'inaugurazione, il presidente Bruno Dorigatti ha detto che l'artista "è entrato, negli anni, nella sfera della grande arte internazionale, offrendo così, anche se indirettamente, un riscontro mondiale alla nostra terra, oltrechè alla sua narrazione artistica".
Il presidente del Consiglio provinciale ha sottolineato "la dimensione forte ed elastica del sogno, del surreale, dell’astratto" che c'è nelle opere esposte, "quasi a dire che la realtà sia incapace di raccogliere e raccontare completamente l’uomo, i suoi dubbi, i suoi tormenti e le sue speranze. Ecco che allora la narrazione artistica incrocia il passo con il bisogno di antica e nuova filosofia, cioè di amore per il pensiero, come ci raccontano Pier Augusto Breccia ed Adriano Fida con i loro colori e le loro forme, per alcuni versi stravaganti ed inquietanti al tempo stesso e che richiamano un’indagine interiore ed esteriore continua".
"Ma il sogno che, sopratutto l'arte di Pier Augusto Breccia evoca, richiama anche alla mente – ha aggiunto Dorigatti - le variopinte dimensioni dell'infanzia e dell'uscita dalla realtà. Breccia è infatti percorso da quesiti esistenziali profondi, che egli riversa dentro una pittura ricca di colorazione, geometrie e fantasie, ma altrettanto carica del peso delle grandi questioni che avvolgono l'esistenza. Ecco perché questa mostra dice di noi, dei nostri pensieri, delle nostre astrazioni e ci aiuta a riflettere, in un tempo sempre più avaro di pensiero e di prospettiva, per capire in quale direzione di futuro l'uomo sta andando".
Brevi cenni biografici.
Breccia, dopo una formazione scientifica e una lunga pratica medico-chirurgica, si congeda dalla professione nel 1985 per dedicarsi alla ricerca artistica, assecondando una forte predisposizione alla speculazione filosofica e mettendo a frutto il suo talento nel disegno. Con un linguaggio personalissimo affronta la complessità dell'uomo contemporaneo, interpretando l'arte pittorica come approccio ermeneutico all'individuo ed espressione simbolica della propria interiorità, con frequenti riferimenti alla cultura cristiana. Lungo la sua carriera riscuote successi in Italia e all'estero, a New York, dove risiede a lungo, e in altre città europee e americane. E' di nuovo in Italia dal 1966, impegnato in un programma espositivo ad ampio raggio.
Dal 2003, anno di pubblicazione del suo manifesto artistico-filosofico, Breccia è considerato nel mondo dell’arte contemporanea come il caposcuola della "pittura ermeneutica"che, egli stesso afferma, "non è “un altro modo di dipingere” nel senso di una tendenza stilistica o di un “trend” d'avanguardia, ma piuttosto un altro modo di intendere l'arte".
Nell'esposizione, una selezione dall'intera produzione pittorica di Breccia, oli su tela edisegni preparatori catturano per forme e colori lo sguardo del visitatore, invitatodall'artista a interpretare liberamente l'immagine offerta mediante la propria personale sensibilità e immaginazione.
Fida, cresciuto attraverso lo studio dei grandi maestri del passato, all'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, e perfezionatosi nell'arte dell'affresco, sviluppa il suo lavoro a partire dalle radiciclassiche e dalla cultura di derivazione ellenistica della terra d'origine, rivitalizzandole con una poetica sognante, dal cromatismo potente e carica di una forte valenza simbolica ed espressiva. Dopo una produzione incentrata sull'allegoria del ciclo vitale naturale, con la serie delle Nature morte, Fida esplora il tema mitologico, con tutta la sua carica evocativa, e della divinità, che nei suoi lavori assumono, attraverso il tema del ritratto, le sembianze dell'uomo comune.
Il trattamento della tela e l'impasto dei colori, l'uso del chiaroscuro e della luce, marcano le origini culturali di questo artista, che recupera tecnicamente gli insegnamenti degli antichi maestri della pittura figurativa, fiamminga e caravaggesca, mantenendo tuttavia saldo l'ancoraggio con l'arte moderna. Già numerose le sue esposizioni in sedi prestigiose, a Roma, Napoli, Firenze, Milano, Venezia.Tra i riconoscimenti recenti: è selezionato da Vittorio Sgarbi per la mostra Expo Arte Italiana nell’ambito di Expo Milano 2015, dove vince il 1° premio nella sezione pittura; nello stesso anno è ospite della Biennale Internazionale della Calabria, quindi,nel 2017, è finalista all’International Arc Salon, il concorso di arte realistica più prestigioso degli Stati Uniti.
Date e orari.
Palazzo Trentini, via Manci 27 - Trento
3 ottobre – 2 novembre 2017
lunedì-venerdì: 9-18; sabato: 9-12; chiuso nei giorni festivi