UTOPIA500. “Utopie e distopie – Il vento e il vortice”
Contro i nuovi muri, contro la xenofobia: Europa sia “Eutopia” accogliente. La filosofa ungherese Agnes Heller il 5 aprile al Teatro Sociale per Utopia500 – Cercando una società più giusta
Ingresso libero fino ad esaurimento posti. I biglietti possono essere ritirati presso il Teatro Sociale a partire da un'ora prima dell'appuntamento (traduzione simultanea dall'inglese)
Agnes Heller, “ragazza” del 1929, nuotatrice e camminatrice instancabile, ancora straordinariamente combattiva, arriva a Trento martedì prossimo: la filosofa ungherese è una delle voci europee che con più forza, oggi, lottano contro i nuovi muri anti-profughi, la xenofobia e il neototalitarismo. In cambio, è stata bersaglio di esplicite minacce dei gruppi di estrema destra. Dopo Benasayag e Bauman, dunque, un altro importante ospite straniero per il programma “Utopia500 – Cercando una società più giusta” che la casa editrice Il Margine ha progettato, con il sostegno del Servizio attività culturali della Provincia di Trento, per l’intero arco del 2016, in un percorso attraverso i vari versanti dell’Utopia, 500 anni dopo il capolavoro di Thomas More, che la casa editrice trentina ha pubblicato in nuova edizione curata da Francesco Ghia, con la traduzione di Lia Guardini.
“Utopie e distopie – Il vento e il vortice” (titolo del suo ultimo libro, per la Erickson, che si presenta in anteprima a Trento) è il tema della serata di martedì 5 aprile, alle 20.30, al Teatro Sociale, in dialogo con il suo coautore Riccardo Mazzeo.
Ci si interrogherà sul significato dell’utopia e del suo rovescio scabroso, la distopia, descrivendone luci e ombre. Heller offre un inquadramento storico e filosofico dell’utopia, dalla «età dell’oro» di Ovidio e dall’Eden della Bibbia, per arrivare fino a Huxley, Orwell e Ishiguro. Mazzeo la incalzerà anche su alcune potenti distopie del nostro secolo attraverso le riflessioni di Bauman, Sloterdijk e Žižek. Non sempre nella storia le utopie si sono dimostrate positive quando si sono trasformate in realtà. L'utopia di una società di uguali ha creato un sistema di dominio e di controllo che anziché sviluppare la vita l'ha compressa in manichini ideologici violenti e repressivi.
Ágnes Heller (nata in una famiglia ebrea), figlia di uno scrittore anarchico, ha vissuto nel ghetto ed è scampata all’Olocausto. È cresciuta alla scuola del grande Gyorgy Lukacs e nel 1973 ha abbandonato l'Ungheria, andando a insegnare in Australia e New York. Dopo la caduta del Muro e la fine del comunismo, il ritorno a Budapest. Per il Margine, Agnes Heller ha pubblicato l’autobiografia “I miei occhi hanno visto” e, con Zygmunt Bauman, il dialogo “La bellezza (non) ci salverà”.
Paolo Ghezzi
direttore editoriale casa editrice Il Margine
organizzazione: Casa editrice il Margine e Servizio attività culturali