Universi visionari

Il tratto di Fulber trasforma in cartoon l’arte del ‘900

Mostra

Fino al 15 ottobre, la sede del Consiglio provinciale di Trento - con l’arrivo dell’autunno - si proietta in… “Universi visionari”. No, palazzo Trentini non propone un utopico mondo politico e istituzionale del futuro, più semplicemente propone alla cittadinanza una nuova mostra d’arte, certo assai particolare per come ricorre al coloratissimo linguaggio espressivo tipico dei cartoon. Sottotitolo: “La Pop Art e l’arte sequenziale”.
Le opere sono di Fulvio Bernardini, il trentino attivo da ben 45 anni, con decine di pubblicazioni a fumetti (conoscete i personaggi e la serie di Gary e Spike?), libri illustrati e centinaia di iniziative connesse ai lunguaggi della comunicazione visiva. Come bene illustra in catalogo il noto critico roveretano e “deperologo” Maurizio Scudiero, “Fulber” (questo il nome d’arte) oltre a citare la propria opera pregressa di “fumettaro”, in via Manci a Trento si presenta con gli oli su tela realizzati dopo una svolta secca nella sua carriera artistica. L’autore stesso l’ha chiamato “rivisitismo”, lo sforzo avviato dal 2012, di reinterpretazione degli stili e stilemi artistici del Novecento, in chiave però fumettistica e molto personale.
Le opere ospitate dalla Presidenza negli spazi espositivi dello splendido palazzo settecentesco in centro a Trento, citano esplicitamente e fanno il verso all’amato Roy Lichtestein, a Pablo Picasso, a Modì, Basquiat, Haring.
La mostra è stata inaugurata poco fa dal presidente del Consiglio provinciale, che l’ha apprezzata anche per la valenza didattico/divulgativa: Fulber accende infatti efficaci riflettori sulla Pop Art, sulla Street Art, sul Surrealismo, l’Astrattismo e il Futurismo. Non senza effetti speciali: i visitatori sono chiamati a farsi parte attiva, scaricando sul telefonino la app Bellfish, per accedere alla tecnologia A.R. ( Augmented Reality). Sempre più utilizzata in gallerie e musei, dà la possibilità agli ospiti di inquadrare i dipinti e vederli prendere vita e movimento. Ecco allora auto che rombano nel dipinto ferrarista VROOM!, orologi molli che si allungano a dismisura nel quadro surrealista “Amandalì” (Scudiero ha ricordato la liasion cui si allude, tra Amanda Lear e l’artista catalano), o ancora, i simboli iconici del Belpaese con il vino che sgorga nel bicchiere, la mitica Vespa che si ricompone e un piatto di spaghetti fumanti che svolazzano, nel quadro “Futurista Made in Italy”.
Una mostra fuori dagli schemi, “una botta di colore” - ha detto poco fa Scudiero, illustrandola alla sua maniera scanzonata – e un ironico ritratto dell’arte contemporanea, che è sempre meno rigore accademico e sempre più business.

Costi

Ingresso libero