Windkraft Kapelle für Neue Musik
Ensemble Vocale Continuum. Direttore Luigi Azzolini
Programma
Leóš Janáček (1854-1928): Mládí (1924)
per flauto, oboe, clarinetto, fagotto e corno
Armando Franceschini (1946): Lignum habet spem - Dal Libro di Giobbe, 14
(2016: Prima esecuzione assoluta – Commissione di Musica Macchina)
per coro misto ed ensemble di strumenti a fiato (flauto, oboe, clarinetto,
clarinetto basso, fagotto e corno)
Pēteris Vasks (1946): Musica per un amico scomparso - Quintetto a fiati n. 2
Marco Uvietta (1963): Eine Art Luftherz
per coro 'pneumatico' e macchine a fluido
(2016: Prima esecuzione assoluta – Commissione di Musica Macchina)
per coro misto e sestetto di fiati (flauto, oboe, clarinetto, clarinetto basso, fagotto, corno)
Lorenzo Donati (1972): lung-ta - “preghiera nel/del vento”
Cinque tempi per voci e strumenti a fiato
(2016: Prima esecuzione assoluta – Commissione di Musica Macchina)
Helga Plankensteiner (1968): Re animation (2014)
per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e clarinetto basso
Spaziando dal Trentino – Alto Adige, rappresentato da alcuni dei compositori più in vista fra quelli nati e/o operanti sul suo territorio, così come dai complessi vocali e strumentali impegnati nelle esecuzioni, all'Europa nord-orientale, e oscillando nel tempo dal Novecento storico alle leve più giovani, con ben tre prime assolute di lavori creati espressamente per Musica Macchina, questo programma confronta la dimensione sonora tutta moderna, anche se con forti radici nella cultura classica, della musica per gruppi di strumenti a fiato, con la storia eterna delle voci e della coralità, in una successione variata e ricca di intrecci. Mládí (Gioventù) ci presenta Leóš Janáček nel suo ultimo periodo creativo. Lignum habet spem è invece opera di un compositore da decenni protagonista della vita musicale trentina, Armando Franceschini. Esponente della ricca fioritura di musicisti baltici venuta ad arricchire la cultura europea negli ultimi anni, il lettone Pēteris Vasks figura qui con il secondo dei suoi quintetti per fiati. Presentando in differenti elaborazioni un testo dello scrittore tedesco Stefan Monhardt, Marco Uvietta espone, pur ricorrendo a stru-menti tradizionali, “tre diverse accezioni del concetto di macchina”. Fonti poetiche diverse per Lorenzo Donati, dal Mantra del Sutra del Cuore a Walt Whitman, da Joseph von Eichendorff al Cantico Espiritual di Juan de la Crux. Infine Helga Plankensteiner confronta con una formazione strumentale classica la sua storia di sassofonista e di jazzista.