FOLLE_coppia stereoscopica

Nello spazio di uno sguardo

“Marzo 1956, Mud Bay, Ketchikan, Alaska. Il piccolo Rodney apre gli occhi sul mondo.

Attraverso varchi e fenditure (finestre, oblò, schermi, telescopi, un binocolo …) il suo sguardo si posa di volta in volta su un pezzettino di universo”.

Tom Haugomat

Nello spazio di uno sguardo, Terre di mezzo, 2019, quarta di copertina

Ci sono molti tipi di sguardi da rivolgere al mondo. Si può utilizzare i propri occhi, un telescopio o una lente d’ingrandimento, un visore stereoscopico, una cinepresa o ancora un binocolo o una macchina fotografica per cambiare angolazioni, posizionamenti, distanziamenti, punti di vista. Tutti sguardi possibili e distinti su luoghi che prendono forme e significati ogni volta differenti. Lo sguardo è unico, nel suo genere, e non univoco.

À travers, titolo originale del graphic novel di Tom Haugomat, tradotta in Italia da Terre di mezzo con il titolo, Nello spazio di uno sguardo, mette su carta due coordinate per raccontare, con la sola arte dell’illustrazione, la storia di una vita: il tempo e lo spazio, vissuti e abitati dal protagonista che si conosce al momento della nascita e si accompagna per settant’anni. Un romanzo illustrato sulle stagioni che trascorrono, sulle persone che, immerse nella Storia, costruiscono la loro, sui sentimenti, sul dolore, sulla felicità, sul ‘sali e scendi’ dell’individuale percorso esistenziale. Il tutto osservato con la delicatezza di una illustrazione minimale ma profonda, sintetica ma dettagliata, che richiede occhi attenti e curiosi per conquistare tutti gli indizi e riferimenti culturali, cinematografici in particolare, che sono tantissimi.

Il racconto di À travers è articolato sul protagonista, Rodney, amante della natura e del concetto di spazio nel senso di universo, che fin dall’infanzia è concentrato a seguire il suo desiderio di diventare astronauta, proprio quando, negli anni ‘50 e ‘60 del Novecento, gli Stati Uniti d’America investono in questo settore ricerche e finanziamenti ingenti. Pochi altri personaggi circondano la vita di Rodney e il loro incontrarsi e allontanarsi è determinato da minimi dettagli visivi che stimolano la concentrazione dello sguardo del lettore, perché non è mai facile entrare nei panni degli altri e questo libro ne è una prova magistrale.

L’accostamento può sembrare FOLLE ma così non è: i dittici che caratterizzano sia il graphic novel sia il progetto Coppia stereoscopica. Trento. Cent’anni o quasi nello sguardo di Sergio Perdomi e Luca Chistè necessitano di essere letti in coppia e perlustrati dall’occhio umano nei loro dettagli, in quei piccoli indizi che si nascondono nella struttura formale dell’immagine che però fanno l’Immagine. E poi ci sono i punti di vista: il prima e il dopo, il fuori e il dentro, il grande e il piccolo, la storia e la Storia, l’individuo e la comunità. Ma soprattutto c’è il taglio grafico e al tempo stesso poetico che si riscontra sia nelle fotografie di Sergio Perdomi e Luca Chistè come nella bravura dell’illustratore francese. In entrambi i casi, è un dialogo figurato che non necessità di parole per trasmettere il suo contenuto ma di sola vista acuta.

Così guardando, attentamente, si scopre che lo scatto di Sergio Perdomi coglie un momento della Cattedrale di Trento nel quale la porta orientale al presbiterio è chiusa e sulla muratura, accanto ai telamoni che sorreggono la colonna ofitica è presente un’immagine. Si scopre che il Duomo non era ancora stato restaurato all’esterno per cui le strutture murarie regalano un gioco di chiari e scuri. Si scopre che il tetto delle case del Capitolo hanno anche le lastre di porfido, almeno per la metà della loro superficie. Si ritrova la piccola fontana che rifornisce d’acqua questa raccolta piazzetta cittadina. Si scopre che è tenuta a giardino con disegno all’italiana, conferendo a quest’area un’atmosfera di pacato ordine ed equilibrio formale. Si scopre che poco sembra essere cambiato, ma la vista percepisce una senso spaziale differente, quasi uno stacco più profondo tra i vari blocchi edilizi, quasi un’assenza nonostante la presenza di più elementi. In fondo basta poco per mutare la storia dei luoghi e così anche delle persone. À travers mette in evidenza proprio questo: basta un dettaglio, visto oppure non scorto, a cambiare il percorso di vita delle persone e forse anche della vita del patrimonio culturale che va letto, indagato, compreso con quella investigativa curiosità del particolare, della minuzia significante.

Il graphic novel sollecita anche un altro aspetto, che è proprio anche di quell'atteggiamento di cura verso il nostro patrimonio culturale: mentre le cose succedono, l’esistenza delle persone, delle città, dei monumenti procede, ciascuno di noi dove volge il proprio sguardo? Cosa viene scelto dai nostri occhi per essere messo sotto la lente d’ingrandimento? Osservato al binocolo? Fotografato? Dove poggia la nostra attenzione? Su quale superficie si muovono i nostri sguardi? “Coppia stereoscopica” intende promuovere non una ‘sbirciata’ veloce, fuggevole della realtà, ma una lettura visiva lenta, a rallentatore, perché forse è quando ci si ferma a guardare davvero, che la realtà appare più decifrabile.

Buona lettura e buona visione!

redazione

11/07/2023