Contemporanea 2016
Karl Jenkins al Castello di Arco il clou di un progetto musicale che amalgama identità differenti
Sarà il compositore gallese Karl Jenkins il protagonista dell'edizione 2016 di Contemporanea, il progetto musicale in calendario ad Arco dal 5 al 14 agosto, presentato a Trento nell'ambito della piattaforma di comunicazione Cultura Informa dall'assessore comunale alla Cultura, Stefano Miori, e da Giancarla Tognoni, ideatrice e curatrice dell'iniziativa. Presenti il M° Luigi Azzolini, direttore dell'Ensemble Vocale Continuum, la presidente dell'Orchestra Haydn Chiara Zanoni e Guido Trebo, direttore del Praeclara Lux Ensemble.
“Di progetto ramificato che si lega al territorio con obiettivi di valorizzazione e promozione culturare della musica contemporanea che non sempre corrisponde a una musica popolare – parla Tognoni -. Un progetto articolato perché la formula di Contemporanea è di sviluppare un tema monografico a ogni edizione, esplodendo poi diversi contenuti - precisa”.
Il tema monografico di quest'anno è dedicato a Karl Jenkins, compositore britannico (è nato in Galles) dal talento e dall’esperienza musicale poliedrica – che ha saputo interpretare la musica attraverso generi molto differenti, come jazz, jazz rock, rock progressivo e new age e che ha al suo attivo la creazione di partiture musicali per organici orchestrali imponenti.
Proprio a quest’ultimo gruppo di lavori appartiene The Armed Man: a mass for peace, per orchestra e coro, il lavoro scelto per il concerto principale del festival che si svolgerà il 14 agosto al castello di Arco, preceduto da alcuni eventi dedicati sia ad approfondimenti sull’attività del compositore, sia alla contestualizzazione storica del lavoro eseguito nel concerto principale.
"Un progetto che riesce ad amalgamare identità musicali differenti, ma anche sonorità insolite e originali; attraverso un’orchestra dall’organico integrato con numerose percussioni anche di derivazione etnica e un coro a cui si aggiunge la voce di un moezzin, propone una vera e propria summa di elementi opposti: antico e modernità; Occidente ed Oriente; guerra e pace. Nel libretto si alternano citazioni di poeti inglesi come Tennyson e Kipling, ma anche testi sacri della Cristianità, una lirica di Toge Sankichi sul disastro nucleare di Hiroshima, e una citazione dell’indiano Mahabharatà oltre alla chiamata alla preghiera – l’Adhaan – dei musulmani" - spiega ancora Tognoni - soffermandosi quindi sui due appuntamenti preparatori.
Si tratta di due momenti che mettono al centro attualità e storiadelle relazioni, di scambio e di conflitto, anche religioso, fra Oriente e Occidente: una conferenza sul tema del dialogo interreligioso nella storia e nell’epoca contemporanea a cura di fr. Pacifico Sella (docente di storia della Chiesa e Francescanesimo) e del prof. Marco Ventura (direttore dell’istituto di Scienze religiose di FBK) e l’esecuzione della Missa l’Homme Armé di G.P. da Palestrina, offerta da Praeclara Lux Ensemble, a cui il lavoro musicale di Karl Jenkins attinge come punto di partenza.
La scelta del castello di Arco come luogo dell'iniziativa si lega, oltre che alla scenografia degli affreschi che raffigurano cavalieri armati e impegnati in tornei, anche alla presenza della famiglia d’Arco, nobiltà di lunga tradizione militare.
"Uomini armati per generazioni al servizio dell’imperatore cristiano – tanto che Vincenzo d’Arco, cameriere imperiale, fu uno fondatori dell’Ordo Militiae Christianae, confraternita caldeggiata dallo stesso Imperatore Ferdinando II, per difendere la Cristianità e i confini orientali d’Europa, e forse perfino con l’intento di una nuova crociata contro gli Ottomani (1618-1621). Fu lo stesso conte Vincenzo d’Arco che morì in circostanze non del tutto note, nel 1621, a Giavarino, odierna Gyor, cittadina sul fronte ungherese contro gli Ottomani - aggiunge Tognoni -. Un secondo legame intercorre inoltre fra Arco e G.P. da Palestrina, cui Jenkins si ispira direttamente: al massimo della sua notorietà, infatti, il grande compositore legato alla corte pontificia, fu contattato dal conte Prospero d’Arco – che al tempo aveva l’incarico di oratore e legato dell’imperatore - per il posto di Maestro di Cappella presso la corte di Massimiliano II. Palestrina non si allontanò mai da Roma, in realtà, ma è curioso che un accadimento così straordinario per la cultura musicale europea fosse nelle mani della famiglia d’Arco - conclude".
05/08/2016