Comuni
Tutti i comuni del Trentino
Malosco
Malosco, piccolo paese situato dell'Alta Val di Non, è un luogo di grande importanza storica.
Massimeno
Il più piccolo Comune del Trentino ed è pure uno dei comuni meno popolati di tutta l'area alpina, a causa anche dello spopolamento avvenuto con le emigrazioni del primo dopoguerra. Il paese è l'unico, in Val Rendena, situato su di un terrazzo laterale al solco del Sarca, sulle pendici occidentali del Monte della Costa di Nambì (m 1803), disposto attorno all'ampia piazza in vista della valle e del massiccio dell'Adamello-Presanella.
Il territorio del Comune è piuttosto esteso: dal versante vallivo verso il Sarca, ai 3354 metri del Monte Là res. Al margine del terrazzo si trova la chiesa della Madonna di Loreto del 1758 (ricostruita nel 1862). Dalla fontana in granito della piazza si sale al dosso della chiesetta medievale di San Giovanni Battista, un tempo con eremita, decorata nel 1534 da Simone Baschenis. Resti di affreschi (Crocifissione) sono visibili sulla facciata est; il S. Cristoforo affrescato con santi e paesaggio rendenese, sullo sfondo si trova a sinistra del grande portale granitico. Altare ligneo di bottega locale del XVI secolo con aggiunte barocche all'interno.
Da Massimeno si diparte una vecchia mulattiera che sale ai fienili di Plan e alla Malga Movlina, quest'ultima situata a 1746 metri. Dalla fontana della piazza ci si inerpica sulla dorsale boscosa con una serie di tornanti. Dopo un piccolo capitello si giunge ai fienili di Plan, a quota 1588 metri; proseguendo per la strada forestale ci si porta sul crinale di Malga Movlina, balcone di vasti pascoli aperto sull'Adamello e sul massiccio del Vallòn, nelle Dolomiti di Brenta.
Municipio: Via Della Chiesa, 3
Tel. 0465/501247 - Fax 0465/501248
c.massimeno@comuni.infotn.it
www.comune.massimeno.tn.it
Sindaco: Enrico Beltrami
Festa patronale: 10/12 Madonna di Loreto
Il territorio del Comune è piuttosto esteso: dal versante vallivo verso il Sarca, ai 3354 metri del Monte Là res. Al margine del terrazzo si trova la chiesa della Madonna di Loreto del 1758 (ricostruita nel 1862). Dalla fontana in granito della piazza si sale al dosso della chiesetta medievale di San Giovanni Battista, un tempo con eremita, decorata nel 1534 da Simone Baschenis. Resti di affreschi (Crocifissione) sono visibili sulla facciata est; il S. Cristoforo affrescato con santi e paesaggio rendenese, sullo sfondo si trova a sinistra del grande portale granitico. Altare ligneo di bottega locale del XVI secolo con aggiunte barocche all'interno.
Da Massimeno si diparte una vecchia mulattiera che sale ai fienili di Plan e alla Malga Movlina, quest'ultima situata a 1746 metri. Dalla fontana della piazza ci si inerpica sulla dorsale boscosa con una serie di tornanti. Dopo un piccolo capitello si giunge ai fienili di Plan, a quota 1588 metri; proseguendo per la strada forestale ci si porta sul crinale di Malga Movlina, balcone di vasti pascoli aperto sull'Adamello e sul massiccio del Vallòn, nelle Dolomiti di Brenta.
Municipio: Via Della Chiesa, 3
Tel. 0465/501247 - Fax 0465/501248
c.massimeno@comuni.infotn.it
www.comune.massimeno.tn.it
Sindaco: Enrico Beltrami
Festa patronale: 10/12 Madonna di Loreto
Mazzin
È il più piccolo comune della Valle, con i suoi 542 abitanti (al 31.07.2012) sparsi nelle tre località di Mazzin, Campestrin e Fontanazzo, che si incontrano una dopo l'altra risalendo la vallata, ad un'altitudine media di 1.372 m./s.l.m. Dal paese la vista spazia, a nord est, dall'imponente mole dolomitica del Sass Pordoi (Gruppo di Sella), a sud, al pilastro calcareo di Cima Dodici.
Il nome del paese è di origine incerta e controversa; sembra tuttavia derivi da "Mazung", parola germanica che significa l'attività molitoria. Vestigia di antichi mulini ad acqua sono tuttora visibili lungo il rio Udai, rio che, prima di sfociare in Avisio faceva muovere, ancora agli inizi del secolo scorso, anche numerose segherie. La parrocchiale di S. Maria Maddalena, dichiarata nel 1802 espositura della Decanale di Fassa, risale all'incirca al 1500.
Bellissime sono le escursioni che si possono intraprendere da Mazzin: la Valle di Antermoia che conduce al Gruppo del Catinaccio di Antermoia, è una valle interamente scavata nella dolomia ladinica. Al bordo inferiore della conca è ospitato un piccolo laghetto (lago di Antermoia, m. 2.497) legato a vecchie leggende ladine. La Valle di Udai, profonda e incassata nel tratto superiore, segna il limite tra i tufi vulcanici e le dolomie.
Frazioni del Comune di Mazzin sono Campestrin, (Ciampestrin, dall'aggettivo latino "campester" = campestre) e Fontanazzo, Fontanac, dal ladino "fontana", per indicare terreno con acque sorgive; è uno dei toponimi più antichi della Valle di Fassa, già citato in un documento del 1142, e indicato come "Vundenates".
Il nome del paese è di origine incerta e controversa; sembra tuttavia derivi da "Mazung", parola germanica che significa l'attività molitoria. Vestigia di antichi mulini ad acqua sono tuttora visibili lungo il rio Udai, rio che, prima di sfociare in Avisio faceva muovere, ancora agli inizi del secolo scorso, anche numerose segherie. La parrocchiale di S. Maria Maddalena, dichiarata nel 1802 espositura della Decanale di Fassa, risale all'incirca al 1500.
Bellissime sono le escursioni che si possono intraprendere da Mazzin: la Valle di Antermoia che conduce al Gruppo del Catinaccio di Antermoia, è una valle interamente scavata nella dolomia ladinica. Al bordo inferiore della conca è ospitato un piccolo laghetto (lago di Antermoia, m. 2.497) legato a vecchie leggende ladine. La Valle di Udai, profonda e incassata nel tratto superiore, segna il limite tra i tufi vulcanici e le dolomie.
Frazioni del Comune di Mazzin sono Campestrin, (Ciampestrin, dall'aggettivo latino "campester" = campestre) e Fontanazzo, Fontanac, dal ladino "fontana", per indicare terreno con acque sorgive; è uno dei toponimi più antichi della Valle di Fassa, già citato in un documento del 1142, e indicato come "Vundenates".
Mezzana
Mezzana (Mezanॠin solandro) è un comune di 875 abitanti della provincia di Trento.
Mezzano
Mezzano è un comune italiano di 1.638 abitanti in provincia di Trento.
Si trova nella Primiero tra Imer e Fiera di Primiero. Questo è un accogliente villaggio alpino.
È attraversato dalla Strada Statale 50 del Grappa e del Passo Rolle.
Secondo alcuni il nome Mezzano deriverebbe da Medianum; secondo altri invece dalla famiglia veneta De Mezzan, che avrebbe avuto dominio sulla zona; secondo altri, infine, deriverebbe da un toponimo latino in anum.
Immagine:Cismon Mezzano.jpg
Mezzocorona
Mezzocorona (anticamente Corona di Mezo o Mezzotedesco, Kronmetz o Deutschmetz in lingua tedesca) è un comune di 5.229 abitanti della provincia di Trento.
Mezzolombardo
Mezzolombardo (Welschmetz in lingua tedesca), in antichità noto come Mezo o Mezo di S. Pietro (Medium Sancti Petri), dal nome dell'omonimo vicino diroccato castello (attuale Castello della Torre), è un comune di 7.004 abitanti della provincia di Trento. È situato nella Piana Rotaliana, patria del vino Teroldego Rotaliano (vino rosso, principe del Trentino) e della Grappa.
Appartenente direttamente al Principato vescovile di Trento, nel 1194 venne diviso dal paese fratello di Mezzocorona, del territorio conti di Tirolo. Forcoloti vennero detti i suoi abitanti, per il costume a scaldar subito gli animi nel trattare coi propri fratelli Brusacristi.
Appartenente direttamente al Principato vescovile di Trento, nel 1194 venne diviso dal paese fratello di Mezzocorona, del territorio conti di Tirolo. Forcoloti vennero detti i suoi abitanti, per il costume a scaldar subito gli animi nel trattare coi propri fratelli Brusacristi.
Moena
Anticamente chiamata Mojena, dal termine latino "mollis" che sta a significare "terreno umido o palude" è, in senso ascendente, il primo paese del Comun General de Fascia, e sebbene appartenga linguisticamente all'area ladina, fa parte contemporaneamente, fin dal Secolo XII, anche della Magnifica Comunità di Fiemme.
Posto a 1.184 m./s.l.m., con i suoi 2.700 (al 31.12.2013) abitanti che lo rendono il paese più popoloso della Valle, sorge nel punto dove sboccano in Avisio il Rio Costalunga ed il Rio di S. Pellegrino. Uno dei più vecchi edifici del paese è probabilmente la chiesetta di S. Volfango (1025 ca.), patrono dei boscaioli. Pregevole è il soffitto in legno sostenuto da otto fregi con figure umane; interessanti sono gli affreschi, tardoquattrocenteschi, e le tele. S. Volfango fu la prima curazia di Moena fino al 1164, quando venne consacrata dal Principe Vescovo di Trento Adalpreto II la parrocchiale di S. Vigilio, attuale patrono del paese. Al suo interno si possono ammirare numerose opere del pittore moenese Valentino Rovisi (1715-1783), allievo del Tiepolo a Venezia. Da visitare, all'imbocco della valle del Rio Costalunga, è poi la chiesetta dedicata alla Vergine Addolorata detta anche "La Madonnina" (1713).
Sorte m. 1.256/s.l.m. (dal latino "sortis", cioè terreno viciniale, sorteggiato), dista da Moena circa 1 Km. La sua piccola chiesa, con la cuspide a cipolla, è dedicata al patrono S. Giuseppe. All'intemo si possono osservare affreschi attribuiti al Rovisi. Someda m. 1.265/s.l.m.: è la frazione più antica di Moena e dista da essa circa 1 Km. Il nome deriva da un composto fassano "so" o "sot" (che significa "sotto" o "a valle") e dal nome di montagna "Meda". Sorge in una posizione magnifica con la vista sul Latemar e il Gruppo del Catinaccio. La chiesa, edificata intorno all'anno 1530, è dedicata ai Santi Fabiano, Sebastiano e Rocco i quali sono effigiati nella pala dell'altare, attribuita al pittore moenese Rovisi. Forno m. 1.168/s.l.m., dal latino "Furnus" (forno, fornace, dove si fondono i metalli). L'abitato si incontra risalendo da Predazzo; è la frazione più a sud di Moena distante circa 4 Km. e vi si parla il dialetto di Fiemme. La chiesa è dedicata a S. Lazzaro. A Forno ebbe i natali, nel 1788, il famoso botanico Francesco Facchini che morì a Vigo di Fassa nel 1852. Dalla frazione di Forno si può accedere alle località , caratteristiche, di Medil (1.636 m./s.l.m.) e Penìa (1.468 m ./s.l.m.).
Tipici rioni di Moena, e caratteristici, sono quelli di "Ciajeole" (il nucleo originario del paese), di "Pezzé" e di "Turchia" (che deve il suo nome non tanto all'omonimo Paese del Medio Oriente, quanto piuttosto ai torchi che un tempo vi erano concentrati per esercitarvi attività artigianali) .
Posto a 1.184 m./s.l.m., con i suoi 2.700 (al 31.12.2013) abitanti che lo rendono il paese più popoloso della Valle, sorge nel punto dove sboccano in Avisio il Rio Costalunga ed il Rio di S. Pellegrino. Uno dei più vecchi edifici del paese è probabilmente la chiesetta di S. Volfango (1025 ca.), patrono dei boscaioli. Pregevole è il soffitto in legno sostenuto da otto fregi con figure umane; interessanti sono gli affreschi, tardoquattrocenteschi, e le tele. S. Volfango fu la prima curazia di Moena fino al 1164, quando venne consacrata dal Principe Vescovo di Trento Adalpreto II la parrocchiale di S. Vigilio, attuale patrono del paese. Al suo interno si possono ammirare numerose opere del pittore moenese Valentino Rovisi (1715-1783), allievo del Tiepolo a Venezia. Da visitare, all'imbocco della valle del Rio Costalunga, è poi la chiesetta dedicata alla Vergine Addolorata detta anche "La Madonnina" (1713).
Sorte m. 1.256/s.l.m. (dal latino "sortis", cioè terreno viciniale, sorteggiato), dista da Moena circa 1 Km. La sua piccola chiesa, con la cuspide a cipolla, è dedicata al patrono S. Giuseppe. All'intemo si possono osservare affreschi attribuiti al Rovisi. Someda m. 1.265/s.l.m.: è la frazione più antica di Moena e dista da essa circa 1 Km. Il nome deriva da un composto fassano "so" o "sot" (che significa "sotto" o "a valle") e dal nome di montagna "Meda". Sorge in una posizione magnifica con la vista sul Latemar e il Gruppo del Catinaccio. La chiesa, edificata intorno all'anno 1530, è dedicata ai Santi Fabiano, Sebastiano e Rocco i quali sono effigiati nella pala dell'altare, attribuita al pittore moenese Rovisi. Forno m. 1.168/s.l.m., dal latino "Furnus" (forno, fornace, dove si fondono i metalli). L'abitato si incontra risalendo da Predazzo; è la frazione più a sud di Moena distante circa 4 Km. e vi si parla il dialetto di Fiemme. La chiesa è dedicata a S. Lazzaro. A Forno ebbe i natali, nel 1788, il famoso botanico Francesco Facchini che morì a Vigo di Fassa nel 1852. Dalla frazione di Forno si può accedere alle località , caratteristiche, di Medil (1.636 m./s.l.m.) e Penìa (1.468 m ./s.l.m.).
Tipici rioni di Moena, e caratteristici, sono quelli di "Ciajeole" (il nucleo originario del paese), di "Pezzé" e di "Turchia" (che deve il suo nome non tanto all'omonimo Paese del Medio Oriente, quanto piuttosto ai torchi che un tempo vi erano concentrati per esercitarvi attività artigianali) .
Molveno
Molveno è una località dalle antiche tradizioni turistiche, dove la natura e il benessere sono un bene da sempre custodito ed offerto agli ospiti valorizzandone ogni aspetto: dal tipico centro storico chiuso al traffico alle passeggiate in riva al lago, al parco attrezzato, alla spiaggia e alla piscina olimpionica, tra attività sportive praticate nella natura e il piacere di un tuffo nel lago!
Siamo alle porte della catena centrale delle Dolomiti di Brenta, le cui cime si specchiano nell'azzurro intenso delle acque cristalline del Lago di Molveno. Tutto intorno verdi distese di abeti e boschi di faggio rendono il panorama incantevole.
Molveno bandiera arancioneIl Touring Club ha assegnato nel 2006 a Molveno la Bandiera Arancione, un marchio di qualità che certifica le piccole località dell'entroterra in base a rigorosi parametri non solo turistici, quali patrimonio storico, culturale ed ambientale di pregio, ma anche parametri di qualità , come l'accoglienza al turista.
Siamo alle porte della catena centrale delle Dolomiti di Brenta, le cui cime si specchiano nell'azzurro intenso delle acque cristalline del Lago di Molveno. Tutto intorno verdi distese di abeti e boschi di faggio rendono il panorama incantevole.
Molveno bandiera arancioneIl Touring Club ha assegnato nel 2006 a Molveno la Bandiera Arancione, un marchio di qualità che certifica le piccole località dell'entroterra in base a rigorosi parametri non solo turistici, quali patrimonio storico, culturale ed ambientale di pregio, ma anche parametri di qualità , come l'accoglienza al turista.
Mori
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Nago-Torbole
Il Comune di Nago-Torbole è caratterizzato da due frazioni: NAGO e TORBOLE.
Nago è situata a 222 metri sul livello del mare: la zona è ricca di ritrovamenti archeologici; è stazione turistica gardesana. Sanudo scrisse nel 1484 "Et poi Nago è bellissima Villa, nell'Intrar per porte. Lì è Vicario, loro lo elexe, et pur con le vie malpartite" (oggi si sono perse le tracce delle antiche porte di Nago). Spettacolare porta sul lago, guarda dall'alto come quando, cittadella arroccata ai piedi di Castel Penede, sorvegliava il passaggio della Valle dell'Adige verso il lago. Il posto è uno dei più incantevoli della zona, interessante per la ricca vegetazione mediterranea, per gli stupendi panorami sull'intero Lago di Garda e per la presenza dei ruderi del castello (XII sec.) attorniato da un bel parco. Sotto il centro di Nago si trovano i fenomeni geologici "Marmitte dei Giganti" (pozzi glaciali) presenti nella zona assieme ad altri interessanti presenze.
Torbole è situata all'inizio della statale della Gardesana Orientale aperta nel 1929 e, da sempre, è località di pescatori e porto d'imbarco verso le altre località lacustri. è famosa per il vento costante ("ORA"): la stazione turistica è centro velico e surfistico di risonanza internazionale. Si trova a 67 metri s.l.m. nella parte settentrionale del lago di Garda. L'angolo più pittoresco di Torbole è il porticciolo con le caratteristiche costruzioni della Vecchia Dogana (sec. XV) e di Casa Beust, già cenacolo di artisti nel secondo dopoguerra. Altri angoli caratteristici ricordano il passato e la tradizione, come la piccola casetta del "dazio", retaggio del periodo austroungarico, posta all'ingresso del piccolo porto, o la stretta piazza centrale, dove una lapide ricorda il soggiorno di Goethe. Torbole fu paese prediletto di molti pittori tedeschi che nella selvaggia bellezza dei luoghi trovarono ampia ispirazione per le loro opere.
Nago è situata a 222 metri sul livello del mare: la zona è ricca di ritrovamenti archeologici; è stazione turistica gardesana. Sanudo scrisse nel 1484 "Et poi Nago è bellissima Villa, nell'Intrar per porte. Lì è Vicario, loro lo elexe, et pur con le vie malpartite" (oggi si sono perse le tracce delle antiche porte di Nago). Spettacolare porta sul lago, guarda dall'alto come quando, cittadella arroccata ai piedi di Castel Penede, sorvegliava il passaggio della Valle dell'Adige verso il lago. Il posto è uno dei più incantevoli della zona, interessante per la ricca vegetazione mediterranea, per gli stupendi panorami sull'intero Lago di Garda e per la presenza dei ruderi del castello (XII sec.) attorniato da un bel parco. Sotto il centro di Nago si trovano i fenomeni geologici "Marmitte dei Giganti" (pozzi glaciali) presenti nella zona assieme ad altri interessanti presenze.
Torbole è situata all'inizio della statale della Gardesana Orientale aperta nel 1929 e, da sempre, è località di pescatori e porto d'imbarco verso le altre località lacustri. è famosa per il vento costante ("ORA"): la stazione turistica è centro velico e surfistico di risonanza internazionale. Si trova a 67 metri s.l.m. nella parte settentrionale del lago di Garda. L'angolo più pittoresco di Torbole è il porticciolo con le caratteristiche costruzioni della Vecchia Dogana (sec. XV) e di Casa Beust, già cenacolo di artisti nel secondo dopoguerra. Altri angoli caratteristici ricordano il passato e la tradizione, come la piccola casetta del "dazio", retaggio del periodo austroungarico, posta all'ingresso del piccolo porto, o la stretta piazza centrale, dove una lapide ricorda il soggiorno di Goethe. Torbole fu paese prediletto di molti pittori tedeschi che nella selvaggia bellezza dei luoghi trovarono ampia ispirazione per le loro opere.