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Tutti i comuni del Trentino

Pinzolo

Pinzolo è situato al fondovalle tra maestose montagne e nei pressi della confluenza dei due maggiori rami del Sarca (Sarca di Genova e Sarca di Campiglio), nel punto in cui la piana alluvionale raggiunge la sua massima ampiezza. Celebre centro del turismo alpinistico già  all'inizio del secolo, nel secondo dopoguerra si è espanso urbanisticamente, fino a coinvolgere tutto il fondovalle da Giustino a Carisolo. E' luogo turistico invernale ed estivo, base di partenza per ascensioni e traversate nel Gruppo Adamello-Presanella, nelle Dolomiti di Brenta e nel Parco Naturale Adamello-Brenta.
L'economia è fiorente anche per l'industria e l'artigianato del legname, il commercio, l'allevamento del bestiame e l'industria alimentare.
La storia medioevale conosce Pinzolo attraverso documentazioni scritte a proposito della sua storia economica e religiosa e soprattutto per la presenza di una delle prime Compagnie dei Battuti del Trentino. L'archivio comunale di Pinzolo conserva una recente versione dello statuto della Confraternita; tuttavia questa lasciò un nucleo di testimonianze ben più ampio e concreto della sincerità  e del fervore che la ispiravano. I Battuti erano una congregazione religiosa formata da laici dediti a una spiritualità  fatta di lunghe orazioni, di severe penitenze e di azioni sociali e caritative.
L'importante chiesa cimiteriale dedicata oggi a San Vigilio ha origini antiche: risale probabilmente a prima del Mille; nei primi decenni del XVI secolo le sue dimensioni erano ridotte. Nel 1539 Simone Baschenis ne decorò la parete sud eseguendovi il famoso Trionfo della Morte con la relativa Danza Macabra, i Sette Peccati Capitali e la Resurrezione di Cristo.
Nel 1823 nacque a Pinzolo Nepomuceno Bolognini, una delle figure più rappresentative del Risorgimento trentino. Egli fondò, nel 1882, nel suo paese natale, la SAT - Società  Alpinisti Tridentini, approfondì e divulgò la conoscenza della storia e del folclore di Pinzolo. Coerentemente alla sua vocazione turistica e montana, nel 1952 fu costruito qui il primo Corpo di Soccorso Alpino italiano, grazie all'opera di Angiolino Binelli.
La prima guerra mondiale ebbe uno dei suoi più importanti teatri nella zona dell'Adamello e non risparmiò il paese di Pinzolo, sia in termini di morti che di pericoli e di difficoltà . Peraltro la povertà  dell'intera Val Rendena e di Pinzolo spinsero, soprattutto all'inizio del secolo, molti dei suoi abitanti ad abbandonare la loro terra, emigrando alla ricerca di lavoro e di un minimo di benessere. Agli arrotini di Pinzolo, i "moléte", che girarono il mondo con la mola ad affilare coltelli e lame nel 1969, fu eretto un monumento all'entrata del paese.
Del territorio comunale fanno parte anche le frazioni di Sant'Antonio di Mavignola (1120 m) e di Madonna di Campiglio, adagiata a 1550 metri di quota, nella bellissima conca tra il gruppo delle Dolomiti di Brenta e i ghiacciai dell'Adamello e della Presanella, lanciata turisticamente nella seconda metà  del secolo scorso. La "perla del Brenta" venne trasformata nel ricercatissimo luogo di soggiorno per la nobiltà  e la ricca borghesia austriaca e mitteleuropea. Tra i suoi ospiti, nel 1889 e nel 1894, ebbe addirittura la principessa Sissi e l'imperatore Francesco Giuseppe.
Nel Parco Adamello-Brenta, 450 km di sentieri di montagna possono sembrare nude cifre; soltanto chi li percorre a piedi, in mountain-bike o a cavallo percepisce le incredibili suggestioni che Madonna di Campiglio in estate offre ai suoi frequentatori. Bastano pochi passi fuori dal centro abitato per immergersi in un girotondo di laghi, vallette, ruscelli, malghe, rifugi, al cospetto delle vette maestose infuocate dal sole.


Municipio: Via della Pace n. 8
Tel. 0465/509100 - Fax 0465/502128
info@comune.pinzolo.tn.it
www.comune.pinzolo.tn.it
Sindaco: William Bonomi
Frazioni: Madonna di Campiglio, S. Antonio di Mavignola
Feste patronali: 17/1 S. Antonio ab. (Mavignola), 10/8 S. Lorenzo (Pinzolo) 15/8 S. Maria Assunta (M. di Campiglio)

Pomarolo

Pomarolo è un comune italiano di 2.384 abitanti in provincia di Trento.
Pomarolo è un tranquillo borgo in una conca che montagne amiche proteggono dal freddo e dai venti. Come dice il nome (dal latino pomarium) era molto diffusa la coltivazione delle mele ed ancor oggi l'agricoltura costituisce una parte notevole della sua economia.

Pozza di Fassa

Dal latino "puteus" = pozzo, conta circa 2.226 abitanti (al 31.12.2013) ed è posto al centro della Valle nel punto della sua maggior ampiezza, ad un'altitudine di 1.325 m./s.l.m. Vi fiorisce l'artigianato del mobile, del legno, ed è sede del Comun general de Fascia e dell'Istituto comprensivo scolastico "Scola Ladina de Fascia".
A sud est la vista può spaziare entro il solco boscoso della Valle S. Nicolò, carrozzabile fino in località  Saùch e Tieje, dove si trovano ancora numerosi "baic" e "tieje" che, in passato, servivano per il deposito del fieno e per dimora stagionale degli abitanti che si recavano in quota per falciare i prati e pascolare le mucche. In vista a nord è il gruppo intero del Sassolungo, mentre ad ovest (ma specialmente da Meida) svettano i campanili del Larsech.
Interessante da vedere è l'edificio La Torn, ora abitazione civile, di struttura quadrangolare e munita di feritoie. Rappresenta l'unico esempio di antica fortificazione presente in Valle (XVI sec.). Una costruzione analoga esistente a Vigo di Fassa, chiamata "Cort de Fascia", è stata demolita nel 1935.
A Sud est di Pozza vi è una sorgente di acqua solforosa, sfruttata già  nel 1500 per le malattie cutanee.
Importante frazione di Pozza è Pera (dal latino "petra" = pietra) toponimo che probabilmente deve la sua origine da un grosso masso erratico visibile a ridosso dell'albergo Rizzi. Un tempo sede comunale a sé stante, dista circa 1 Km. dal centro, sempre lungo la Statale 48 delle Dolomiti.
La Chiesa di S. Lorenzo, datata 1600, conserva all'intemo un prezioso altare che riprende le caratteristiche del "Fluegelaltar" (preziosi trittici composti da altorilievi ben ordinati) ed è opera del maestro Giorgio de la Pozza di Campitello, artista locale.
Altra frazione è Meida, dove con un moderno impianto si può raggiungere il monte Bufaure, da cui si possono ammirare il Catinaccio, i versanti sud-est del Sassolungo e il Latemar.
Infine le frazioni di Ronch e Moncion sono da visitare perché conservano ancora numerose case vecchie, fienili pittoreschi e le fontane con la copertura di legno.

Predaia

Comune nato dalla fusione dei Comuni di Tres, Coredo, Vervò, Smarano, Taio

Predazzo



Predazzo (Pardà c in predazzano e Pardatsch in Lingua tedesca), è una cittadina di 4.524 abitanti della provincia di Trento. È uno dei due centri più importanti della Val di Fiemme, l'altro è Cavalese, inoltre è anche il centro più popoloso ed esteso della Val di Fiemme, grazie anche ad una conformazione geografica particolarmente favorevole. Si tratta inoltre di un importante snodo viario tra le valli di Fiemme e Fassa e la zona del Primiero.

Rabbi


Rabbi (Rabj in dialetto rabjes) è un comune di 1.422 abitanti della Provincia autonoma di Trento. Coincide con la Val di Rabbi, una valle laterale della Val di Sole e si estende per una decina di chilometri a nord-ovest di Malè.

Le sue frazioni principali sono, nell'ordine in cui si incontrano risalendo la valle: Pracorno, San Bernardo (centro amministrativo del comune), Piazzola e Rabbi Fonti (sede delle Terme di Rabbi).

La sua conformazione prettamente alpina la rende una delle valli più suggestive del Trentino, caratterizzata da ampi pascoli, verdi boschi, infinite malghe e innumerevoli masi, i caratteristici edifici rurali in legno.

Più della metà  del territorio del comune di Rabbi è compreso nel Parco nazionale dello Stelvio. La valle è percorsa dal torrente Rabbies che a Malé incontra il Noce (fiume del Trentino-Alto Adige).

Revò

Revò è un comune italiano di 1.261 abitanti della provincia di Trento. Si trova in Val di Non ed è affacciato sul Lago di Santa Giustina. Chiamato balcone d'Anaunia data la vista sul territorio circostante di cui gode, il paese è riconoscibile da lontano per via dei suoi due campanili: quello della chiesa di S. Stefano, il più alto, inizialmente una torre di osservazione romanica, a cui venne aggiunta la cella campanaria nel '500, e quello della chiesa di S. Maria, risalente al XVIII secolo dal tetto a cuspide ottagonale. L'abitato possiede alcuni edifici residenziali del Cinquecento e del Seicento in buone condizioni di mantenimento.

Il paese ha dato i natali a illustri personalità  del passato come Carlo Antonio Martini, Giovanni Canestrini e Peter Fellin

Riva del Garda

Il Comune di Riva del Garda si trova all'estremità  settentrionale del lago di Garda, ad un'altitudine di 70 metri sul livello del mare, ai piedi del Monte Rocchetta. A monte si apre la pianura del Basso Sarca. La città  è ricca di tradizioni ed ha sviluppato una importante economia turistico-alberghiera. A ridosso del Golfo del Garda si trova l' antico nucleo abitato che presenta numerose testimonianze del proprio passato. La località  turistica è centro congressuale e fieristico. Si pratica lo sport della vela, il surf e ampie spiagge sono riservate alle balneazione. Nei pressi delle montagne circostanti (Rocchetta, Brione ecc.) è possibile effettuare interessanti escursioni. Il centro della città , che si affaccia sul lago, è tutto un richiamo al passato, a cominciare dalla piazza III Novembre delimitata da costruzioni in stile lombardo-veneto e dove si trovano la Torre Apponale (eretta nel 1220), il Palazzo Pretorio (costruito da Cansignorio della Scala nel 1375) e il Palazzo del Comune (antecedente il 1200 e ricostruito dai Veneziani alla fine del Quattrocento). Poco distante si erge, a difesa del litorale, la Rocca (del 1124) oggi sede del Museo Civico e della Pinacoteca. Pregevoli gli esempi di architettura barocca rappresentati dalla chiesa dell'Inviolata e dalla chiesa dedicata a S.M. Assunta. Il porto industriale è stato costruito in epoca fascista attorno alla massiccia costruzione del "Forte San Nicolò", cerniera delle opere fortificate austriache del Brione: era collegato con il sovrastante "Forte Garda", con il "Forte S. Alessandro" e con un articolato sistema di batterie e trincee.
Breve storia: Nel 933 la località , in un documento carolingio che ne affida la giurisdizione ad Ottone (Re di Germania) e ai Vescovi di Verona, è citata come "corte di Riva sul lago Benaco". Nel 1027 Corrado il Salico l'affida alla Contea Vescovile di Trento, poi principato-vescovile. Ottenne autonomie e privilegi, ma subì numerose occupazioni: Ezzelino da Romano, gli Scaligeri (1262-1387), i Visconti di Milano (1388-1402) i Conti di Tirolo (1402-1141) e la Repubblica di Venezia (1141-1509), per tornare nuovamente sotto il dominio del vescovo di Trento con Bernardo Clesio. Saccheggiata nel 1703 dai francesi del Gen. Vendome, viene occupata nel 1796 dalle truppe napoleoniche e annessa dai francesi prima al Regno di Baviera (1806) e poi al Regno d'Italia (1810). Nel 1815 passava insieme a tutto il Trentino sotto l'amministrazione imperiale austriaca. Liberata dalle truppe italiane nel 1918, il 26 settembre 1920 veniva assegnata al Regno d'Italia. Notevole l'impulso turistico fin dalla fine del XIX° secolo, vivacizzato nel secondo dopoguerra da numerose manifestazioni a carattere nazionale e internazionale quali "La Vela d'Oro", "Riva Musica", "Expo Riva Schuh", "Expo Riva Hotel", "La notte di fiaba" e da numerose competizioni sportive.
Nei dintorni, a Varone in località  "Foci" si trova l'ingresso alla cascata formata dal Rio Magnone (o Varone): una notevole massa d'acqua precipita in un orrido di 87 metri; a Pregasina, che merita una visita anche sola per la sua splendida posizione panoramica sul lago, è importante ricordare la presenza di un pregevole altare barocco conservato nell'antica chiesa di San Giorgio; a "San Tommaso" la chiesa è dedicata al vescovo e martire San Tommaso di Canterbury: fu costruita nel 1195 ed è un gioiello di architettura romanica; a "Campi" le case tradizionali sono alte, massicce con ampi monumentali ballatoi a loggiato e, a poca distanza dal paese, sulle pendici del Monte San Martino, sono stati rinvenuti oggetti preistorici ed i resti di un complesso edilizio di forma quadrangolare di 50 metri circa per lato (insediamento protostorico e romano).